Il post sul blog di Gallo intitolato "Il limbo si chiude", mi ha stimolato a fare una ricerchina sul Limbo che riporto di seguito.
Il concetto del limbo prende corpo nel XIII secolo, senza diventare mai un vincolo dottrinale per la Chiesa ed è solo con il Catechismo di San Pio X, che risale ad un centinaio di anni fa, che si legge: «I bambini morti senza battesimo vanno al limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale,e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l'inferno e il purgatorio». Un approccio diverso è quello espresso dal nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, del 1992, che al numero 1261 recita: «Quanto ai bambini morti senza battesimo la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, che vuole che tutti gli uomini siano salvati, e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: “Lasciate che i bambini vengano a me”, ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza battesimo». Non si parla quindi di Limbo ma di speranza di salvezza. Si è passati da una concezione basata sul rigore (niente battesimo, niente paradiso) a una più possibilista: li affidiamo alla misericordia di Dio.
La Commissione teologica che ha proposto l'abolizione del Limbo, un anno fa, era presieduta dall'allora cardinale Joseph Ratzinger. Che cosa ne pensava del limbo? Nel libro «Rapporto sulla fede» (1984) si legge:
«Il limbo non è mai stata una verità definita di fede. Personalmente - parlando più che mai come teologo e non come Prefetto della Congregazione - lascerei cadere questa che è sempre stata soltanto un'ipotesi teologica».
Ad un primo sguardo, quello che hanno dato tutti compresi i giornali e la televisione, sembrerebbe che, come dice Gallo, questa proposta di abolizione del Limbo vada vista come parte della campagna contro il relativismo (secondo me giusta) di questo Papa. Se invece si guarda più in profondità alle motivazioni teologiche-filosofiche-razionali, ci si accorge di come questa scelta sia una scelta coerente con i tempi (le pittoresche favole andavano bene nel Medioevo) e con i cambiamenti fatti dalla Chiesa negli ultimi tempi (Concilio) e di come sia una scelta che va ad eliminare un'arbitraria invenzione teologica in favore di un "non so' e quindi ci pensa Dio a sistemare quei disgraziati".
Il concetto del limbo prende corpo nel XIII secolo, senza diventare mai un vincolo dottrinale per la Chiesa ed è solo con il Catechismo di San Pio X, che risale ad un centinaio di anni fa, che si legge: «I bambini morti senza battesimo vanno al limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; perché, avendo il peccato originale,e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l'inferno e il purgatorio». Un approccio diverso è quello espresso dal nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, del 1992, che al numero 1261 recita: «Quanto ai bambini morti senza battesimo la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, che vuole che tutti gli uomini siano salvati, e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: “Lasciate che i bambini vengano a me”, ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza battesimo». Non si parla quindi di Limbo ma di speranza di salvezza. Si è passati da una concezione basata sul rigore (niente battesimo, niente paradiso) a una più possibilista: li affidiamo alla misericordia di Dio.
La Commissione teologica che ha proposto l'abolizione del Limbo, un anno fa, era presieduta dall'allora cardinale Joseph Ratzinger. Che cosa ne pensava del limbo? Nel libro «Rapporto sulla fede» (1984) si legge:
«Il limbo non è mai stata una verità definita di fede. Personalmente - parlando più che mai come teologo e non come Prefetto della Congregazione - lascerei cadere questa che è sempre stata soltanto un'ipotesi teologica».
Ad un primo sguardo, quello che hanno dato tutti compresi i giornali e la televisione, sembrerebbe che, come dice Gallo, questa proposta di abolizione del Limbo vada vista come parte della campagna contro il relativismo (secondo me giusta) di questo Papa. Se invece si guarda più in profondità alle motivazioni teologiche-filosofiche-razionali, ci si accorge di come questa scelta sia una scelta coerente con i tempi (le pittoresche favole andavano bene nel Medioevo) e con i cambiamenti fatti dalla Chiesa negli ultimi tempi (Concilio) e di come sia una scelta che va ad eliminare un'arbitraria invenzione teologica in favore di un "non so' e quindi ci pensa Dio a sistemare quei disgraziati".
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