venerdì, gennaio 27, 2006

To boldly go where no man has gone before...

28 gennaio 1986

Il 28 gennaio di 20 anni fa esplodeva lo shuttle Challenger; lo so, sempre le solite cose... che palle... non parli d'altro. Il blog lo gestico io e parlo di quello che voglio.
Il fatto sopra citato è ricordato dalla massa perchè a bordo della navetta c'era una maestra d'asilo. Adesso, non voglio essere poco rispettoso, ma che c***o ci andava a fare una maestra nello spazio?
Uno deve fare il mestiere che fa, o poi va a finire che fa una finaccia e si porta dietro quelli che gli fanno da balia. Ecco.
A parte gli scherzi, tutti pensano a quelli che son morti, ma alla navetta?... persa per sempre!? Non ci pensa nessuno? Questa è una considerazione che ho fatto la prima volta quando, sempre di questi giorni, nel 2003 si disintegrava nel rientro in atmosfera lo shuttle Columbia. Quello è stato un colpo, ci son rimasto veramente male. Un incidente in quel momento non ci doveva essere; ne risentiamo ancora oggi a tre anni di distanza con gli shuttle a terra e la stazione da finire di costruire (fortuna che mezzo secolo fa c'è stato Korolev che si è inventato la Soyuz).
Si va bè le perdite umane, gli eroi ecc..., ma il Columbia porca t***a, potevano bruciare tutte le navette di questo mondo ma quella no. Il primo velivolo pilotato ad andare nello spazio e ritornare e poi a riandarci e a ritornare, ecc...
Quella no, doveva finire in museo, quella era la storia, non concime da spargere nel deserto.

16 gennaio 2003

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