martedì, novembre 28, 2006

Il broglio degli esperti

E' un po' che mi chiedo con quale criterio uno possa definirsi esperto in qualcosa. La questione è sorta quando in una puntata di Matrix sul presunto complotto riguardante i fatti del 11 settembre, assieme al padrone di casa Mentana, c'erano invitati, in qualità di esperti sull'argomento dei tipi che potevano essere tutto furché esperti. Iniziai ad incuriosirmi sulla teoria del complotto dopo aver visto l'ormai famoso Loose change, documentario fatto amatorialmente reperendo le notizie sulla rete. Visto il documentario, e come dovrebbero fare tutti, non mi sono fidato e una ricerchina sulla rete la feci anche io. Insomma le teorie, perché di questo si tratta, del film erano campate in aria, non basate sui fatti, tendenziose e volutamente faziose. In Italia dove l'antiamericanismo trova sempre terra fertile, si sono subito formati pseudo-gruppi di pseudo-studi animati da pseudo-esperti con lo scopo di smontare la versione ufficiale dei fatti.
Tornando alla trasmissione di Mentana, sugli aspetti tecnici della teoria del complotto ero più informato io degli esperti in studio e, ripeto, quello che sapevo lo avevo trovato su internet. (vedi Paolo Attivissimo e il suo gruppo di ricerca [sito indagini 11 settembre] [blog 11 settembre]).
La stessa cosa si è verificata con la ricostruzione dell'assassinio di JFK. Sono cresciuto con l'idea del complotto, con la convinzione che il film di Oliver Stone dicesse la verità, e ci credevo. E' bastata la lettura di un numero della rivista Scienza&Paranormale, organo del CICAP [cicap.org], e relativa ricerca in rete delle fonti per farmi vedere come anche in quel caso di teorie del complotto ce ne fossero a decine e di come nessuno si fosse accorto che la versione ufficiale fosse quella che meglio spiegava i fatti accaduti.
Ora ci risiamo. Altro complotto, i brogli alle ultime elezioni poliche, un altro documentario, che appena visto ci si accorge di come sia semplice propaganda politica, e di nuovo esperti, che esperti dovrebbero essere e che invece non sono. Appena sentita la notizia del presunto scandalo, è scattata la solita ricerchina sulla rete, che è a portata di tutti, e non ci è voluto molto per scoprire che i presunti brogli ipotizzati non avrebbero in alcun modo influito nella regolarità delle elezioni. Il trucchetto del programma informatico che sposta i voti, lo puoi fare se hai voto elettronico, ma noi non ce l'abbiamo, lo puoi fare nel trasferimanto dei dati al Viminale, ma i dati del Viminale sono a carattere divulgativo e non servono alla formazione del parlamento. I dati che contano sono cartacei e sono resi noti dalla magistratura che è quella deputata a dichiarare il vincitore. La cosa interessante è che i dati forniti dal Viminale e quelli cartacei della magistratura coincidono, quindi non si sa dove starebbe il broglio.
La procura di Roma apre un'inchiesta in seguito all'uscita del documentario, decide di ricontare le schede bianche, si accorge che non è necessario visto che il tipo di broglio ipotizzato non influirebbe sull'esito del voto e oggi decide di indagare i giornalisti autori del documentario per "diffusione di notizie false, esagerate e tentenziose atte a turbare l'ordine pubblico".
Ma ci voleva tanto informarsi sul funzionamento delle procedure elettorali prima di pubblicare un film del genere? Per la cronaca, il film si conclude con un "continua", mi sa che è meglio che si fermi lì, per decenza mica per altro.
[corriere.it] [repubblica.it]

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